1985 - 1989
Nel 1985 si apre un nuovo capitolo, che proseguirà anche nei primi anni del decennio successivo, della produzione di Gabriella Benedini le Vele, anche intitolate Teatri, dedicate a Psyche - cui in seguito si affiancano anche quelli dedicati a Saturno -, nelle quali introduce talvolta carte ed elementi a collage, iniziando a scalfire la superficie con la sovrapposizione di elementi (AGB 0042; 0043; 0044; 0045; 0046; 0248; 0744; 0745; 0748; 0880; 0913; 0948; 0974; 0975; 0976; 1027 e nel decennio novanta 0299; 0533). Sono opere in cui si assiste al superamento della forma tradizionale del quadro, «[…] una sorta di teatrino che diventava il contenitore del mito di Psyche» ricorda l’artista nella conversazione con Sandro Parmiggiani [1] «ma anche luogo junghianamente psichico – deposito della memoria, dell'esperienza, delle sedimentazioni. […] Ogni vela-teatrino conteneva una promiscuità di elementi, di reperti: fili, frammenti di scrittura, residui di ogni genere tenuti insieme dalla pittura, presenze cariche di una potenzialità espressiva legata alla memoria e alla metamorfosi; tutto si concentrava sul palcoscenico di questo teatrino.»
E negli ultimi anni del decennio si discosta sempre più dal formato tradizionale per dare spazio alla sua ricerca anche nella forma rotonda nella quale realizza una serie di piccoli dipinti, quasi sculture pensili (AGB 0737; 0738; 0740; 0741; 0742; 1039; 1205), cui si affiancano anche lavori dalle forme inusuali, non convenzionali.
