1980 - 1984
Nel 1981 nascono le Lettere italiane, opere in dialogo, ancora una volta, con la pittura rinascimentale e caratterizzate da una sorta di scomposizione. Le prime (AGB 0990 e 0412) sono un omaggio a due grandi tavole del passato, rispettivamente l’Annunciazione di Ambrogio Lorenzetti conservata alla Pinacoteca di Siena e l'Annunciaizone di Leonardo da Vinci degli Uffizi, mentre una successiva (AGB 0939), del 1983, si ispira alla Tempesta del Giorgione. Particolarmente amata dall’artista è la Pala di Brera di Piero della Francesca: numerose sono, infatti, le opere di Benedini che riprendono questo dipinto, in particolare la grande conchiglia sommitale e l’uovo (ad esempio AGB 0991; 1221), che l’artista in alcuni lavori, a partire dal 1984, introduce tridimensionale in marmo, appeso davanti alle sue composizioni (AGB 1026).
«L’artista colleziona elementi-chiave di quadri celebri […], li scompone e suddivide ordinatamente in scatoline-riquadri e li sottopone a un processo di metamorfosi basato sulla ricerca e sull’esplicitazione di possibili affinità formali, geometriche e simboliche.» chiarisce Martina Corgnati [1] .
Del 1983 sono anche i dodici Aleph, (AGB 0901; 0902; 0903; 0904; 0905; 0906 e 0909; 0910; 0907; 0908; 0912; 0911) inseriti nel 2010 in due opere di dimensioni considerevoli intitolate Mutazioni (AGB 1012, 1152), presentate per la prima volta nella mostra Quinto di luna. Milena Barberis Gabriella Benedini Irma Blank Lucia Pescador Elisabeth Scherffig a cura di Alberto Crespi, tenutasi nel Castello Visconteo di Trezzo d'Adda [2] . Ai primi dodici si aggiungono L’Aleph di Novembre (AGB 1248) e un’altra opera (AGB 2105), che non riporta alcuna indicazione, ma che può essere considerata uno studio/abbozzo per questi lavori.
Si tratta di piccoli tondi dedicati ai mesi dell’anno, che richiamano nell’aspetto formale i Multipli realizzati nello stesso periodo, 1983-1984, in particolare i Segni d’aria.
