Goniometri
Risale agli inizi degli anni Ottanta l’elaborazione dei Goniometri che sono esposti per la prima volta alla Bottega del Quadro - Galleria Casati di Bergamo nel 1984 (AGB 0726; 0727).
Nella introduzione alla rassegna Equinozi [1] , Luciano Caramel a proposito di queste opere scrive:
«Ecco i goniometri, nei quali il semicerchio-archivolto non è solo una “figura” primaria. E’, invece, lo strumento di misurazione degli angoli che, appunto non metaforicamente, viene relazionato allo spazio, che è poi il primattore di tutti questi lavori, in un dualismo congenito tra espansione e chiusura (data dal profilo del goniometro medesimo), tra palpitante animazione e calcolo.»
Il tema della misurazione ha sempre appassionato Gabriella Benedini e la forma perfetta di questo strumento ben si presta ad accogliere, contenere e mostrare, l’universo poetico dell’artista, che afferma: « […] la forma del goniometro è un emisfero, e dunque si tratta di inserire il mondo dentro una forma geometrica.» [2]
Per quarant’anni Gabriella Benedini sperimenta tutte le possibilità di questi grandi strumenti lignei – ne sono noti centoventisette – creando, come di consueto, quasi delle serie identificabili dalla scelta cromatica: da quelli in cui prevalgono le sfumature delle terre, a quelli caratterizzati dal blu, tipico dell’artista, a quelli bianchi, nei quali le sovrapposizioni di elementi e le conseguenti ombreggiature determinano la profondità.