Pendoli del tempo
Dalla metà del decennio Ottanta Gabriella Benedini inizia a elaborare i Pendoli del tempo, una creazione dal caratteristico formato allungato (60/70 x 20), che si pone in una dimensione intermedia tra l’opera pittorica e quella scultorea. La prima presenza a un’esposizione risulta essere a Bruxelles alla Galleria di Sonia Berryer [1] , dove è esposto un Pendolo del 1990 (AGB 0733).
E’ evidente anche in questo caso la ricerca condotta all’interno della serialità, così da sondare, proprio grazie alla reiterazione, tutte le possibilità che questa riflessione sul tempo può offrire: elabora, infatti, nell’arco di circa venticinque anni, fino al 2004, sessantatré esemplari e, come per altre tipologie, è possibile cogliere delle costanti cromatiche che identificano la tavolozza dell’artista: i bruni, i bianchi, i blu.
Con il medesimo titolo sono indicate anche opere dal formato differente, quindici in tutto, - in realtà delle Sculture pensili, sezione cui si rinvia -, ma che tradiscono il reiterarsi della riflessione sulla categoria del tempo e in alcuni casi accanto a questo titolo ne è riportato un altro, Rimescolare il tempo, che rimanda a un altro aspetto della ricerca, caratterizzato dalla presenza di un mestolo.