Navigazioni

«[…] di viaggi avventurosi Benedini si è sempre nutrita e […] l’immagine della “navigazione” assume un ruolo costante, in quanto volontà di ricongiungersi alla soglia dell’origine. […] Come un Ulisse contemporaneo, Benedini ha sempre desiderato viaggiare per mare, spostarsi dove i riferimenti sono le stelle e le isole e le linee astratte che la scienza degli uomini ha nel tempo elaborato per orientarsi»: così scrive Claudio Cerritelli, riportando alcune espressioni dell’artista formulate nel 1997 in occasione della grande rassegna monografica cremonese, Ritorno a Itaca [1] .  E ancora l’artista ricorda i «relitti di barche trovate sulle spiagge dopo le mareggiate», e ripensa «[…] al modo in cui i reperti hanno cambiato aspetto, modificando la loro forma in modo più aderente alla visione del mito che non a quella del reale.» [2]  

Le sue opere, dunque, nascono da reperti recuperati nelle lunghe passeggiate fuori stagione sulle spiagge liguri e faticosamente trascinati nello studio dove rinascono a una nuova vita. 

A Navigazione del 1991 (AGB 392)  segue Canoa lunare (AGB 0093) del 1995, spesso indicata come Navigazioni: una lunga canoa di oltre 3 metri, che è inserita anche nella suggestiva installazione Disorientamenti (AGB 1270) presentata a Torre di Mosto nel 2012 [3] .

Da ultimo, la grande barca intitolata Navigazioni (AGB 0094) del 1997, esposta in diverse occasioni, completata da quattro pannelli in piombo, è anche il fulcro di tre installazioni: Navigazioni (AGB 1851) del 2016 a Villa Carlotta di Tremezzo presso Como [4] , Mare di piombo (AGB 1839)  dello stesso anno al Centro San Fedele di Milano [5] , e con il medesimo titolo  (AGB 1819) al MAF Museo Acqua Franca del Depuratore di Milano San Rocco nel 2017 [6] , dove è attualmente in deposito permanente.